Il comitato dal 2018 ha promosso studi e ricerche sul bosco urbano dei Prati di Caprara.
A partire dal primo gruppo di esperti e tecnici del comitato scientifico di ParteciPrati, nel maggio 2018 è stato redatto un “Manifesto del bosco dei Prati di Caprara” che trovate qui.
Dal maggio 2018 sono continuate le indagini e le ricerche sul bosco che hanno portato alla redazione del Dossier tecnico scientifico sul bosco dei Prati di Caprara, trasmesso a giugno 2020 alle principali istituzioni locali e nazionali che hanno un ruolo nel futuro dei Prati di Caprara, chiedendo che “l’attuale ecosistema forestale venga tutelato in quanto tale, poiché i servizi che questa infrastruttura verde spontanea eroga sono il risultato di almeno quarant’anni di naturale evoluzione della vegetazione, non sostituibile con alcuna forma di verde “convenzionale”, men che meno con progetti di nuova edificazione” (in fondo alla pagina riportiamo integralmente il testo della lettera di trasmissione del Dossier).
Qui scaricabile il Dossier sui Prati di Caprara, giugno 2020.
Di seguito una presentazione sintetica dei contenuti del Dossier, presentato alla stampa il 29 giugno 2020.
Cosa c’è davvero nel bosco dei Prati di Caprara: i dati del dossier tecnico scientifico promosso dal Comitato Rigenerazione no Speculazione
- Premessa: un Dossier tecnico scientifico sul bosco dei Prati di Caprara
Il documento “Il bosco spontaneo dei Prati di Caprara – una risorsa per la città” è un dossier scientifico curato dal Comitato Rigenerazione No Speculazione, con contributi specialistici multidisciplinari di ventitré studiosi e ricercatori (botanici, faunisti, chimici e meteorologi, sociologi, geografi, urbanisti, ecc..) affermati in territorio nazionale e internazionale negli specifici settori di competenza.
È comunque un documento aperto, in quanto vuole essere una base di partenza, non di arrivo; ossia integrabile attraverso:
- studi scientifici a livello accademico (già in parte in atto), anche all’interno di finanziamenti europei inerenti politiche di rigenerazione urbana;
- il coinvolgimento dei cittadini attraverso i nuovi mezzi offerti dalla ricerca scientifica partecipata (citizen science);
- progetti di valorizzazione, ricerca e partecipazione sponsorizzati da privati o enti pubblici.
2. Qual è l’obiettivo del dossier?
Il presente dossier è stato pensato e scritto per dimostrare, con metodo scientifico, quanto il bosco dei Prati di Caprara sia un ecosistema che svolge un ruolo eccezionale (per quantità e qualità) nell’erogazione di numerosissimi servizi ecosistemici nell’area urbana ed extraurbana bolognese, e come questo ruolo sarà sempre più significativo nel breve e lungo periodo. Sulla base delle evidenze di questo dossier è necessario che l’attuale ecosistema forestale venga tutelato in quanto tale, poiché i servizi che questa infrastruttura verde spontanea eroga, sono il risultato di almeno quarant’anni di naturale evoluzione della vegetazione, non sostituibile con alcuna forma di verde “convenzionale”, men che meno con progetti di nuova edificazione. Con questo lavoro si dimostra quindi quanto il Bosco dei Prati di Caprara sia un Capitale Naturale necessario per la salute dei cittadini e per l’attuazione delle politiche di adattamento delle aree urbane ai cambiamenti climatici.
3. A chi è rivolto il Dossier?
- alle istituzioni competenti (ministeri, istituti nazionali, fondazioni), agli enti locali (Comune e Città metropolitana, Regione Emilia-Romagna) e alla proprietà (INVIMIT Sgr.), affinché possano avere uno strumento conoscitivo sulla base del quale poter veicolare le scelte politiche e pianificatorie nell’ottica della conservazione e valorizzazione di questo enorme patrimonio, sull’esempio di analoghe situazioni già presenti in regione (es.: collaborazione tra WWF e comune di Ozzano dell’Emilia per l’area della Caserma Gamberini e istituzione di Aree di Riequilibrio Ecologico);
- ai cittadini e alle associazioni, sia a quelli che non conoscono del tutto l’ecosistema dei Prati di Caprara che a quelli che vogliono approfondire alcuni aspetti sul valore del loro bosco “in città”.
4. Perché il Bosco dei Prati di Caprara è importante, sulla base delle evidenze del Dossier?
Il Bosco dei Prati di Caprara è un ecosistema forestale di 27 ha sito in Bologna, tra via Saffi e il torrente Ravone, nelle adiacenze dell’ospedale Maggiore, in una delle aree di maggiore inquinamento atmosferico di Bologna. Gli studi effettuati evidenziano il contributo che questo ecosistema svolge nell’erogazione di servizi ecosistemici unici e molteplici, di altissimo livello quali-quantitativo, e non compensabili dall’attuazione di progetti che ne prevedano l’eliminazione, anche solo parziale.
Dal punto di vista strettamente naturalistico, la biodiversità dell’area è molto elevata. Sono state infatti osservate:
- 200 specie di flora (erbacea e arboreo-arbustiva): un numero di specie elevatissimo se confrontato con la biodiversità vegetale delle aree urbane regionali e non. Un buon numero di specie è tipico di ambienti boschivi, ottimo indicatore del grado di evoluzione ecologica dell’area in decenni di libera evoluzione;
- 61 specie di uccelli, molti dei quali (es. rapaci notturni, l’usignolo, il pettirosso, ecc..) non presenti nelle aree verdi urbane convenzionali e di interesse conservazionistico (anche di interesse comunitario, quale il falco pellegrino che è spesso in volo sull’area per ragioni trofiche);
- 40 farfalle: sono stati monitorati solo i lepidotteri diurni, senza monitorare i notturni che solitamente in rapporto ai diurni sono circa 10 volte di più;
- 7 specie di erpetofauna: alcune recenti segnalazioni in aree contermini e collegate funzionalmente ai Prati di Caprara rendono molto probabile la presenza del tritone crestato italiano, Triturus carnifex, specie di interesse comunitario;
- almeno 60 specie di funghi: numerosità di specie elevatissima anche paragonandola agli estesi ambienti collinari di Bologna e con diverse entità non comuni.
Per quanto riguarda i servizi di regolazione della qualità dell’aria e l’attenuazione dei fenomeni legati ai cambiamenti climatici, sono ca. 720 i Kg di NO2 assorbiti all’anno e la vegetazione è in grado di catturare e metabolizzazione da 900 a 1800 Kg di polveri sottili (PM2.5 e PM10); sono tra le 90 e le 260 le tonnellate di CO2 assorbite all’ anno per un pool di almeno 3500 tonnellate di carbonio stoccate. Le temperature superficiali durante i periodi più caldi sono di quasi 10 gradi inferiori rispetto all’ adiacente area dello scalo ferroviario e almeno 4-5 gradi inferiori rispetto alla terza cinta muraria.
A livello socio-culturale, il bosco è “luogo del cuore” all’interno del 9º censimento della campagna del Fondo per l’Ambiente Italiano (17.727 voti, 19º posto nella classifica nazionale 2018). Il progetto di sistemazione dei sentieri e di valorizzazione naturalistica e didattica dell’area ha ricevuto il premio “menzione speciale” nel concorso Antartide 2019 “Bologna città civile e bella” promosso dal Comune di Bologna, Hera e Resto del Carlino. Migliaia di cittadini sono coinvolti continuativamente negli anni nella lotta per preservare tale bene, che rappresenta anche un luogo identitario in quanto sede dal 1700 ad oggi di numerose vicende di rilevanza storico-paesaggistico (dinamiche interattive con i flussi del torrente Ravone della canaletta Ghisiliera) e culturale (dalle tournee di Buffalo Bill alle partite a calcio di Pasolini).
La lettera di trasmissione del Dossier alle istituzioni (giugno 2020)
Buongiorno,
con la presente siamo a trasmettere, in allegato, il Dossier scientifico “Il bosco spontaneo dei Prati di Caprara – una risorsa per la città”, curato dal Comitato Rigenerazione No Speculazione, con contributi specialistici di studiosi e ricercatori di diversi settori scientifici. I Prati di Caprara sono un ecosistema forestale di 27 ha sito in Bologna, tra via Saffi e il torrente Ravone, nelle adiacenze dell’ospedale Maggiore. Gli studi preliminari effettuati sull’area evidenziano il contributo che questo ecosistema svolge nell’erogazione di servizi ecosistemici unici, di altissimo livello quali-quantitativo, e non compensabili dall’attuazione di progetti che ne prevedano l’eliminazione, anche solo parziale. Sono state osservate ca. 200 specie di flora, 61 specie di uccelli, 40 lepidotteri diurni, 7 specie di erpetofauna e almeno 60 specie di funghi. Vi sono alcune specie di interesse conservazionistico e/o rare per il contesto urbano e della pianura bolognese in generale. Sono ca. 720 i Kg di NO2 assorbiti all’anno e la vegetazione è in grado di catturare e metabolizzazione da 900 a 1800 Kg di polveri sottili (PM2.5 e PM10); sono tra le 90 e le 260 le tonnellate di CO2 assorbite all’ anno per un pool di almeno 3500 tonnellate di carbonio stoccate. Le temperature superficiali durante i periodi più caldi sono di quasi 10 gradi inferiori rispetto all’ adiacente area dello scalo ferroviario e almeno 4-5 gradi inferiori rispetto alla terza cinta muraria. Il bosco è “luogo del cuore” all’interno del 9º censimento della campagna del Fondo per l’Ambiente Italiano (17.727 voti, 19º posto nella classifica nazionale 2018). Il progetto di sistemazione dei sentieri e di valorizzazione naturalistica e didattica dell’area ha ricevuto il premio “menzione speciale” nel concorso Antartide 2019 “Bologna città civile e bella” promosso dal Comune di Bologna, Hera e Resto del Carlino. Migliaia di cittadini sono coinvolti continuativamente negli anni nella lotta per preservare tale bene, che rappresenta anche un luogo identitario in quanto sede dal 1700 ad oggi di numerose vicende di rilevanza storica e culturale.
Sulla base delle evidenze di questo Dossier, che viene consegnato a tutti gli enti istituzionali e alla Proprietà (INVIMIT Sgr.), riteniamo che questa importantissima risorsa per la salute della città e per l’attuazione delle politiche di adattamento delle aree urbane ai cambiamenti climatici, non venga adeguatamente tutelata dagli strumenti urbanistici vigenti e di progetto.
Chiediamo pertanto che l’attuale ecosistema forestale venga tutelato in quanto tale, poiché i servizi che questa infrastruttura verde spontanea eroga, sono il risultato di almeno quarant’anni di naturale evoluzione della vegetazione, non sostituibile con alcuna forma di verde “convenzionale”, men che meno con progetti di nuova edificazione.
Cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti
Comitato Rigenerazione No Speculazione
Rassegna stampa sul Dossier